La scuola di Castagnola
La scuola elementare di Castagnola, costruita nel 1934, è rimasta aperta fino all’anno scolastico 1979-1980.
Abbandonata per più di vent’anni, è stata ristrutturata in seguito all’iniziativa dell’Associazione I.R.C. (Insieme Rilanciamo Castagnola), con l’aiuto di molti paesani.
La cerimonia di inaugurazione è avvenuta nel mese di maggio del 2005.
Attualmente un locale della scuola è adibito ad ambulatorio per il medico che periodicamente viene in paese.
La scuola ospita anche un piccolo museo che raccoglie gli elenchi degli alunni, fotografie e copie dei registri scolastici scritti dalle maestre di quegli anni e recuperati da alcuni soci.
Nei decenni in cui la scuola era aperta le maestre, che provenivano da altri paesi, abitavano nei locali della scuola stessa. Tornavano a casa solo nel fine settimana, quando il tempo lo permetteva.
In quegli anni il registro veniva usato come un diario nel quale si raccontava la vita della scuola, per questo i registri dell’epoca sono fonti preziose di informazioni sul modo di vivere del paese.
Riportiamo alcuni estratti che riteniamo particolarmente significativi.
Dai vecchi registri scolastici
Le maestre raccontavano…
Anni trenta
19 Ottobre
Da tre giorni mi trovo nella mia nuova sede.
A compensarmi di qualche cosa che lascia un pochino a desiderare, c’è una scuola proprio bella. Credo che ce ne siano poche uguali. Di costruzione quasi recente, posta a mezzogiorno, sorge in una posizione da cui domina tutto il paese sottostante. L’edificio si compone di una vasta aula a pianterreno e di due stanze per l’insegnante. Forse a Castagnola, di cui si dice tanto male, non mi troverò così a disagio come si pensa. “Il diavolo non è mai così brutto come lo fanno”…
E’ un vecchio adagio e mi auguro che anche per me sia vero…
5 Dicembre
La bianca visitatrice ha fatto la sua prima comparsa; forse ci onora anche troppo della sua presenza, poiché impedisce persino che la posta funzioni regolarmente quassù.
Tutti sono spiacenti di non poter sentire le ultimissime.
Nessuno, nessuno si sente estraneo in quest’ora solenne della vita del nostro Paese. Avessimo almeno la radio! Ma “è follia sperar” mancando la luce. Adesso i Castagnolesi cercano di ottenerla dalla S.F.I. Sarebbe un progresso per il villaggio e … un risparmio di petrolio in barba alle Sanzioni.
9 Gennaio
Inizio della refezione calda.
I miei scolari non hanno mai conosciuto simile beneficio ed oltre che esserne meravigliati ne sono entusiasti.
Spero che anche nelle famiglie riscuota la più viva simpatia; anzi sento con certezza che sarà così, sebbene i genitori abbiano dimostrato sinora o indifferenza o anche diffidenza. E’ una cosa tanto nuova per loro!!
11 Febbraio
Fine della refezione calda.
La chiusura ha avuto una certa solennità poiché il Reverendo Parroco ha voluto gentilmente presenziare a quest’ultima consumazione.
I bimbi hanno recitato con particolare fervore la bella preghiera di ringraziamento e di propiziazione ed hanno fatto proprio onore alla cuoca con i loro sorrisi e il loro appetito.
Hanno frenato il loro desiderio di muoversi e di giocare per farsi prendere la fotografia.
Hanno ringraziato e cantato e nel loro canto hanno espresso quella riconoscenza che il labbro non sa bene formulare, ma che il cuore sente viva per Colui che pensa al bene del popolo.
3 Febbraio
Quanto fiato sprecato!
E’ sempre su questo chiodo che ribatto e ribatto “Pulizia, pulizia” e come frutto di tanto insistere me li vedo comparire davanti sempre più sporchi un giorno dell’altro!! Non so più a che ricorrere!
Le bambine in generale hanno il ciuffetto e in buona parte hanno paura del pettine. Anche stamattina ne ho mandate a casa due, affinché le loro mamme facessero il loro dovere.
Non ho mai visto in vita mia tanta sporcizia!
8 Maggio
“Perché sei stata a casa ieri?” domando a una mia alunna di prima.
“Perché il mio babbo non ha fatto la polenta e io avevo fame”
A questa risposta sento una pena profonda e quando mi accorgo che a casa non ha riletto neppure una riga del raccontino assegnato, non ho il coraggio di farle il più piccolo rimprovero. Comprendo che il maestro non può trascurare l’ambiente.
16 Ottobre
Sono tornati a scuola volentieri questi piccoli. Purtroppo nelle vacanze tutto hanno dimenticato.
18 gennaio
Ho dovuto chiudere la scuola per tre giorni. Il vento fortissimo spingeva nell’aula il fumo per cui dovevo tenere spenta la stufa con 15 gradi sotto zero.
15 febbraio
Neve, ghiaccio, gelo.
I bambini vengono a scuola senza zoccoli per non scivolare e si lamentano per il freddo alle mani e ai piedi. Sono poco coperti. Inoltre la stufa troppo vicino alla parete è insufficiente a scaldare questa grande aula.
Chiamo i bambini intorno alla stufa e la mia lezione si limita ad una continua conversazione.
Spero che con tutta la mia buona volontà anche questo non vada perduto.
17 Ottobre
Tutti gli alunni hanno presenziato all’inaugurazione dell’anno scolastico, che non si limitò unicamente ad una semplice cerimonia religiosa, ma soprattutto: religiosa, patriottica e famigliare.
Dopo aver assistito, assieme ai numerosi genitori in devoto e commuovente raccoglimento alla S. Messa, ci riunimmo ancora in iscuola.
Qui gli alunni hanno ascoltato in silenzio e con edificante attenzione le parole che ho cercato di rendere, per quanto mi fosse possibile, persuasive, illustrando in tal modo gli alti fini della Scuola Fascista.
Abbiamo terminato la cerimonia inneggiando al Re-Imperatore ed al Duce, Fondatore dell’Impero e Salvatore della pace d’Europa e forse del Mondo.
25 Ottobre
In questi pochi giorni ho cercato di studiare l’ambiente e di prendere contatto con gli abitanti, per raccogliere, in parte, notizie, conoscere costumi, usi, superstizioni, abitudini, al fine di poter creare attorno quell’atmosfera di collaborazione indispensabile per compiere questa delicata missione.
Ho trovato in alcuni aperta cordialità, in altri invece una certa ostilità, indifferenza in principio, che si è ben presto cambiata in rispettosa accoglienza.
21 Aprile
Già quattro alunni hanno abbandonato la mia scuola per andare a servizio come mandriani in altri comuni.
Sento con grande rincrescimento la loro mancanza.
Essi andranno a scuola, come mi hanno assicurato i loro genitori, anche là, pure non sono contenta.
La vecchia abitudine di strappare i ragazzi a questa scuola proprio quasi alla fine dell’anno scolastico, dico francamente, non mi va. Ma di fronte ai bisogni impellenti di certe famiglie, come bisogna agire?
8 Maggio
Oggi, vigilia del giorno che segna per noi una data memorabile nella Storia della nostra Patria ed indimenticabile in ogni cuore italiano, ho parlato ai miei bambini dei principali avvenimenti che portarono alla conquista del Grande Impero, indicando nello stesso tempo sulla carta geografica le città e i luoghi che ricordano battaglie e glorie dei nostri valorosi soldati e delle intrepide Camicie Nere.
Anni quaranta
Inizio Ottobre
Oggi ho preso servizio in questa scuoletta di montagna.
Il locale scolastico è ridente, ma gli arredi lasciano molto a desiderare: la lavagna andrebbe cambiata e i banchi almeno verniciati.
Speravo d’incontrare i miei scolari, d’incominciare a conoscerli, d’iniziare subito il mio lavoro, invece nessuno si è presentato.
Non lo nego, sono rimasta male!
Dopo aver atteso qualche ora inutilmente ho chiesto informazioni in paese ed ho saputo che è usanza delle famiglie mandare i loro figlioli a scuola dopo la raccolta delle castagne.
Attendo al più presto i miei scolaretti ed intanto studio l’ambiente nuovo per me.
15 Ottobre
Finalmente incomincio a vedere i più piccoli miei scolari: sono quattro frugoletti di prima classe e due di seconda.
Sono timidi, si esprimono nel loro rozzo dialetto, sono duri nel maneggiare la matita e la penna.
25 Ottobre
La scolaresca è quasi al completo, solo tre fanciulli mancano perché sono lontani a fare i pastorelli. Fra qualche mese ritorneranno.
18 Novembre
Oggi ho insistito sulla necessità di tenere pulita la persona.
Non tutti gli alunni hanno il grembiule. Ogni giorno insisto perché tutti l’abbiano. Il grembiule è ordine e pulizia e conferisce all’alunno un’aria di distinzione.
23 Dicembre
Queste vacanze natalizie mi danno un gran lavoro.
Gli alunni mi chiedono lettere e lettere ed auguri per i fratelli e per i padri richiamati ed io accondiscendo volentieri ai loro desideri giusti e santi.
13 Gennaio
Ho letto e ho cercato di commentare il più chiaro possibile a tutti gli alunni l’articolo pubblicato sulla “Scure” intitolato “La guerra vista dai bambini”.
Tutti i bambini, entusiasti di essere “soldati del Duce” hanno promesso di vincere tutte le battaglie autarchiche.
25 Gennaio
Mi sono dilungata ad illustrare i quattro cartelloni della difesa e della protezione antiaerea mandati dalla Regia Direzione delle Scuole Rurali di Piacenza; ma molte e molte lezioni ancora mi occorrerebbero per formare negli alunni di … questo paese … una coscienza di disciplina e di coraggio che sarà la miglior salvaguardia individuale e collettiva in caso di futuro pericolo…
Dopo la guerra…
17 Novembre
Inizio delle lezioni.
Per la prima volta mi trovo in questa scuola di montagna; la posizione è discreta, ma l’aula fa pena, come del resto fa pena ogni luogo dov’è passata la guerra. Anche qui a Castagnola è passata la guerra e chi ne porta maggiori conseguenze è proprio la scuola.
Povera aula! Spoglia di tutto… le pareti che orrore!
Restano solo pochi banchi e anche questi in pessime condizioni, la lavagna con la sola cornice ed un tavolo.
Anche il Crocifisso è stato distrutto…
I bambini si presentano per le iscrizioni. Sono trentatré gli obbligati ma i frequentanti saranno solo ventiquattro. Gli altri sono tanto poveri… le loro famiglie non possono sostenere le spese scolastiche, alcuni sono privi anche d’indumenti…
18 Novembre: Domenica
Al pomeriggio, con alcuni alunni, attendo al riordinamento dell’aula e di pulire accuratamente il poco rimasto. Alcune mamme giungono a prestare il loro aiuto per la pulizia dei vetri…
22 Novembre: Giovedì
Occorre una accurata disinfezione della scuola e imbiancarla. A turno eseguiranno il lavoro alcuni uomini del paese. Nel contempo io e il Rev. Parroco cerchiamo di sostituire i vetri mancanti con cartoni. Il reverendo offre pure il Crocifisso.
8 – 20 Ottobre
(… ) Era il giorno 6 ottobre, il tempo non era del tutto spaventevole, tuttavia i disagi di una lunghissima marcia in bicicletta si facevano sentire e la meta non voleva lasciarsi raggiungere.
Da sola mi davo coraggio (…) , in questo modo capitai davanti a Castagnola.
L’ho vista appesa alle rupi, ho incontrato bambini, uomini, donne, tutti di aspetto strano, tutti portavano gli stessi zoccoli, ho osservato le abitazioni e mi sono sentita stringere il cuore, ho rivisto una popolazione semplice, rude e direi anche un po’ selvaggia, un paesaggio primitivo.
Non mi sono però sgomentata; anzi pensai che sotto quella tempra non avrei potuto trovare che bontà.
Aprile
La primavera è ormai incominciata, anche a Castagnola è giunto il risveglio con nuove e smaglianti vesti.
Oggi portai gli scolari nella piccola aiuola della scuola. Erano tanto contenti e lavoravano con tanto entusiasmo dimostrando il loro amore per la terra e il lavoro.
Anni cinquanta
1 Ottobre
Oggi la scuola ha aperto i battenti per accogliere questi ignoti ragazzi.
La giornata era magnifica; un sole che per splendore sembrava ancora estivo, penetrava nell’aula e la rischiarava.
Erano già le nove meno dieci, quando, non vedendo nessun bambino, mi diressi sulla porta e lì attesi.
Con tutta la tranquillità immaginabile, mentre l’orologio della torre scoccava le nove, spuntarono i primi ragazzi.
Tutti piccoli erano, e tutti col grembiulino nero ed il colletto bianco.
Timidi, si arrestarono dinnanzi a me, guardandomi coi loro occhietti brillanti e senza dir nulla.
Per prima allora li salutai con un cordiale “buongiorno” a cui essi risposero disinvolti.
Non valeva la pena entrare in classe con quel sole, e così ci soffermammo fuori ad attendere gli altri ragazzi e a godere nello stesso tempo il sole.
Iniziai una conversazione mettendo quindi i ragazzi a loro agio.
Infatti cominciarono a manifestarsi, a dirmi i loro nomi con una certa disinvoltura, nomi che io ripetevo, cercando di mettere subito in risalto il suono iniziale, dato che mi trovavo coi piccoli, con la prima classe.
In questa mattinata essi mi hanno fatto le prime confidenze, mi hanno parlato delle persone care: dei loro padri, delle loro madri e infine delle loro mucche.
Le mucche per loro sono tutto; il pascolo, le castagne, le “rocche”, i “casoni”, sono gli argomenti che più li interessano.
In compenso la prima impressione mi sembra quella di dover lavorare con bambini che, oltre ad essere veramente carini, sembrano vivaci e molto espansivi.
Oggi però ho visto solamente i ragazzi delle prime tre classi, mentre quelli di quarta e quinta non si sono neppure presentati perché sono sui monti al pascolo con le mucche.
Però fin da oggi ho insistito e fatto sapere che anch’essi debbono venire a scuola, perché la scuola chiama al dovere.
7 Ottobre
E’ scoppiato il morbillo e la scuola è quasi deserta.
E’ triste andare a scuola coi banchi quasi interamente vuoti ed i pochi rimasti si guardano attorno con un senso di smarrimento come se cercassero qualcosa.
20 Ottobre
Il male è passato e quei visetti un tempo tristi, ora sorridono.
Ormai sanno che non c’è nulla da temere e alla scuola vengono tanto volentieri.
5 Novembre
Stamattina ho a scuola soltanto un alunno di terza su dieci che frequentano nelle ore antimeridiane. Sono tutti affetti da una forma influenzale.
Vi è pure un caso di parotite.
Terminata l’interruzione per il morbillo eccone un’altra.
Mi auguro si tratti di un periodo di breve durata affinché possa riprendere presto e serenamente il mio lavoro.
28 Novembre
Oggi è iniziata la refezione scolastica di cui beneficiano tutti gli alunni frequentanti.
La popolazione si è dimostrata contenta per la provvidenziale assistenza ai bambini ma non si è dimostrata altrettanto grata poiché solo una minima parte ha provveduto a portare la legna per cuocere le vivande.
Anni sessanta e settanta
Con il passare degli anni il registro scolastico ha assunto una impostazione diversa, diventando uno strumento su cui vengono registrati la programmazione, il tipo di lavoro svolto in classe e la valutazione degli alunni.
Si è persa quindi la possibilità di ricavare altre preziose informazioni sulla vita di quegli anni a Castagnola, così come la vedevano le maestre che si trovavano a lavorare in quella realtà così particolare.